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Archive for febbraio 2012

   

 

 

 

 

Febbraio è un mese bizzarro.  Dopo settimane di neve e gelo ora si addolcisce regalando giornate tiepide. E così in un sabato di quasi primavera con il sole che abbaglia e rallegra la giornata, vien voglia di uscire e andare nei prati. A Torino i prati sono al Parco Carrara da tutti conosciuto come Parco della Pellerina. Un vasto spazio verde di colline e boschetti di pini e betulle, percorso da sentieri e piste ciclabili, attraversato da un fiume, la Dora Riparia.  Sotto il sole nell’aria insolitamente dolce, eravamo in tanti, comprese le anatre  i germani le gallinelle d’acqua le folaghe e i gabbiani che popolano i due laghetti artificiali. E le tartarughe acquatiche, centinaia grandi e piccole, si crogiolavano immobili sulle sponde del lago grande.

 

 

Poco più in là, in un avvallamento paludoso,  si è formato naturalmente in seguito ad un alluvione  uno stagno attorniato da canne. Sul sentiero in ombra c’è ancora neve, e l’acqua è parzialmente gelata. Sopra il ghiaccio le folaghe in abito nero camminano adagio, buffe e un pò  curve, come vecchine attente a non cadere…

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Vi lascio qualche indicazione  sulla varietà  di zucche,  qui molto amate e beneaugurante simbolo di abbondanza
Altre notizie sulla zucca  le trovate sul blog di Mimma Pallavicini   qui

La Marina di Chioggia ha scorza verde dura e rugosa, polpa gialla dolce, a pasta soda e asciutta. Adatta a tutte le preparazioni, è per me la migliore.
Detta anche zucca barucca e qui è la definizione della Treccani:
zucca barucca s. f. [italianizzazione del veneto zuca baruca; baruca è il lat. verrūca «verruca», con allusione alla superficie verrucosa di questa zucca]
Mantovana e cappello da prete tipiche della pianura reggiana e mantovana, sono simili nella polpa alla barucca, la buccia è più sottile.  Ideali nella preparazione dei tortelli (a Mantova) e cappellacci (a Ferrara)
Butternut detta anche violina per la forma allungata, buccia color caffelatte,  la polpa dolce e soda
Tromba d’Albenga  ha forma bellissima come indica il nome, polpa giallo pallido, pancia con molti semi. Il sapore non è eccezionale, buona per essere impanata e fritta
Okkaydo  varietà che viene dal  Giappone detta Potimarron in Francia. Piccola, la scorza  arancione liscia e sottile si può cucinare assieme alla polpa. Buona e adatta a tutte le preparazioni ha sapore dolce di castagna. Ho avuto dei semi in regalo che tra breve metterò nei vasi. Il prossimo anno , se l’orto sarà generoso,  conto di avere anche questa.
Musquée de Provence è come la  grossa zucca di Cenerentola;  buccia color terracotta, polpa molto spessa  morbida e carnosa di colore aranciato brillante, saporita e di ottima qualità

 

Nelle foto la prima è una Musquée de Provence
La seconda è una barucca  Marina di Chioggia

 

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E’ una minestra invernale per le giornate fredde, quando una buona zuppa corroborante e calda ci cura e ci riscalda. In casa le zucche sono sempre presenti, i piatti si susseguono in vari modi. Nella casa in campagna, in una stanza fredda al pianterreno dove è conservata la frutta e qualche verdura invernale, nei giorni di gran gelo quando di notte il termometro è sceso a -15°, alcune grosse zucche non sono sopravvissute al congelamento.  

Una minestra  simile l’ho assaggiata tempo fa da Oh! mio bio, un buon posto (ne avevo già parlato qui)  dove  cucinano piatti vegetariani anche da asporto, è negozio e piccolo ristorante insieme. Qui ho conosciuto l’amaranto, un “falso cereale” simile alla quinoa, originario del Centro America dove 3000 anni fa era un alimento basilare di quelle popolazioni. Ha molte virtù. E’ ricco di proteine e privo di glutine,  per questo adatto ad adulti  bambini e celiaci. E’ reperibile nei negozi bio e del commercio equo solidale.

L’amaranto non è solo un alimento ma anche una bellissima pianta ornamentale con il fiore a spiga di color rosso amaranto chiamato anche erba meraviglia

Per la zuppa ho usato: 600 g di zucca pulita senza scorza nè semi, 800 ml di brodo vegetale, un piccolo porro, 1 carota, olio evo, sale, pepe, cannella, 200 g di amaranto (1 tazza di amaranto a persona, circa 50 g) 

Lavate la zucca e tagliatela in grossi pezzi. In una pentola rosolate brevemente il porro a rondelle con qualche cucchiaio di olio, aggiungete la carota tagliata a tocchetti e poi la zucca. Coprite con il brodo vegetale e fate cuocere lentamente.

Nel frattempo, dopo il lavaggio in abbondante acqua corrente, cuocete una parte di amaranto in due parti di acqua (regolatevi con 1 tazzina di amaranto e 2 tazzine di acqua) per  40 minuti in un pentolino coperto. A fine cottura l’acqua sarà stata assorbita dai chicchi che risulteranno un pò gelatinosi. Non mescolatelo e lasciatelo riposare 10 minuti dopo la cottura a pentola coperta, per permettere ai chicchi di gonfiarsi.

Frullate la verdura quando sia cotta, diluite con un pò d’acqua se vi sembra troppo densa, aggiungete l’amaranto e mescolate. Aggiustate di sale, se volete aggiungete un cucchiaio di olio crudo, una leggera spolverata di pepe macinato fresco e di cannella.

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J.J. Grandville, Les Fleurs animées 
Cardo
Violacciocca

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J.J. Grandville,  Les fleurs animées
Fior d’arancio
Fior di pesco

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Bugie, chiacchiere, crostole, cenci, castagnole, fritole, sfrappole, galani…Dolcetti di carnevale. E anche a Carnevale in Italia, a livello gastronomico, ogni regione ha un’infinita varietà di dolci della tradizione, quasi esclusivamente fritti.  Come dire, non facciamoci mancare nulla. Per la festa più allegra dell’anno, soprattutto per i bambini, anche il fritto è bello. E il profumo di una bugia dorata nell’olio è irresistibile.

Per questa domenica di carnevale  ho preparato dolcetti a forma di mezzaluna, non  fritti ma cotti nel forno. E che forno! Mandato in pensione quello a gas per raggiunti limiti di età,  che tanti buoni piatti ci ha sfornato,  ecco quello nuovo di zecca. Elettrico, ventilato, dall’aspetto un pò  rustico,  aspettava di essere collaudato ed ha superato brillantemente la prova. 

Ingredienti per la pasta:  250 g di farina O, 90 g di zucchero, 1 uovo, 3 cucchiai di olio di girasole, 1/2 bustina di lievito, 1 cucchiaio di scorza di limone grattata, un pizzico di sale,  5-6 cucchiai di latte

Ingredienti per il ripieno: 1/2 vasetto di crema di marroni da 400 g, 30 g di cioccolato fondente, 1 amaretto morbido, 1 cucchiaio di rum (facoltativo)

In una terrina versate la farina, unite lo zucchero, il lievito, pizzico di sale, la scorza di limone grattata, l’uovo e l’olio. Impastate velocemente fino a ottenere una pasta liscia e omogenea. Lasciatela riposare al fresco mentre preparate il ripieno.

Ho adoperato la metà di un barattolo da 400 g di crema di marroni assieme ad un amaretto morbido sbriciolato fine, al cioccolato raspato con il coltello e un cucchiaio scarso di rum (da evitare se ci sono bambini). L’impasto che si ottiene è cremoso.

Su di un piano di lavoro infarinato, prendete piccole quantità di pasta e tiratela sottile ( non troppo perchè in cottura la crema scappa dai buchi) con il mattarello infarinato. Ricavate dei cerchi o dei quadrati della dimensione di un panzerotto e adagiatevi al centro un cucchiaino scarso di ripieno. Ripiegateli a mezzaluna (o a panzerotto) sigillando i bordi e rifinendo con la rotellina tagliapasta.

Stendete un foglio di carta forno su una placca da forno e posizionate le mezzelune un pò distanziate.

Fate cuocere in forno già caldo a 18o° per 2o minuti. Fate raffreddare e spolverizzate di zucchero a velo.

Il ripieno dei dolcetti può essere quanto mai vario, dalla sempre adorata nutella, a qualsiasi marmellata di frutta, dalla crema pasticcera alla frutta cotta  e speziata. Basta lasciare spazio alla fantasia.

Buon Carnevale a tutti!

 

Joan Mirò
Il carnevale di Arlecchino, 1924-25
Albright-Knox Art Gallery – Buffalo

 

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J.J. Grandville, Les fleurs animée
Garofano

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La campagna e la neve, luminosità e quiete prima del disgelo.

 

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I falafel della cucina araba e mediorientale sono molto gustosi, speziati e saporiti. A Torino li trovo buoni nel ristorante curdo Kirkuk cafè che propone piatti della tradizione curda, libanese, turca e greca. Il locale è accogliente e l’ambiente  informale, al momento della prenotazione è richiesto se si preferisce il tavolo normale (io sì) o quello basso. In questo caso si può  mangiare seduti per terra su tappeti e cuscini.

I falafel di questa ricetta sono tali solo nell’aspetto, in realtà sono polpette di lenticchie, che contrariamente ai falafel di ceci non vengono fritte ma cotte in forno rimanendo più morbide e leggere.
Sono buone sia calde che fredde accompagnate da una salsa  di lenticchie simile all’hummus di ceci. E’ possibile  prepararle in anticipo il giorno prima e poi riscaldarle all’ultimo momento in forno microonde

 

Falafel di lenticchie

Ingredienti: 200g di lenticchie rosse decorticate, 1 cucchiaino di cumino in polvere, 1 panino raffermo, 4 cucchiai di pecorino grattugiato, sale, pepe, 1/2 cucchiaino di coriandolo in polvere, 1/2 cucchiaino di curcuma,  prezzemolo tritato (o coriandolo), 1 cipollotto, aglio, olio evo

Lavate le lenticchie e fatele cuocere con 2 bicchieri d’acqua (l’acqua deve coprirle di un centimetro, se asciuga se ne aggiunge un pò) e un cucchiaino colmo di cumino in polvere per circa 20 minuti. A fine cottura devono risultare completamente asciutte e  sfatte.
Fate raffreddare
Mettetele in una ciotola con il pane già ammollato scolato e ben strizzato, il pecorino grattugiato, il cipollotto tagliato fine, il prezzemolo tritato, curcuma e coriandolo in polvere, aglio tritato finissimo e sale.
Mescolate bene. Otterrete un composto omogeneo abbastanza sodo. Se risultasse troppo morbido aggiungete un cucchiaio di farina.
Formate le polpette e mettetele in frigorifero 20 minuti
Stendete un foglio di carta da forno su una teglia e ungetelo di olio. Fatevi rotolare i falafel in modo che restino unti in modo uniforme.
Cuocete in forno a 180° per 20 minuti.

 

Hummus di lenticchie

100 g di lenticchie rosse decorticate cotte (come sopra), 100 g di yogurt greco ( o comunque denso), 2 cucchiai di *tahin  o tahina (pasta cremosa di sesamo già pronta), sale, un pizzico di paprika, olio evo.

Frullate tutto nel mixer. La salsa deve venire liscia e cremosa. Guarnite con prezzemolo tritato (o coriandolo fresco se l’avete, io non riesco a trovarlo)

E’ un hummus di lenticchie simile all’hummus di ceci. In alternativa si può fare la salsa senza le lenticchie, fatta  con yogurt,  tahina olio, un’idea di aglio e sale mantenendo la proporzione di un cucchiaio di thaina e il doppio di yogurt. In questo caso rimarrà meno densa. Potete aromatizzarla con aromi tritati, coriandolo, prezzemolo menta o altro.

 *Nota sulla tahina

Se la conoscete evitate di leggere. Per chi invece vuole qualche informazione,  tahintahina è una crema densa ricavata dai semi di sesamo  tostati e spremuti. Il sapore è piuttosto deciso. La potete trovare facilmente nei negozi bio o nei supermercati (ricordate di conservare il recipiente al fresco dopo l’apertura).

 

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Kirkuk cafè
Via Carlo Alberto 16-18 bis
Torino 

 

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Ho cercato in rete un modo per preparare biscotti simili ai cookies, ma le varie ricette eran piene di burro, così ho pensato a una ricetta semplice senza uova nè grassi, con il kamut soffiato e l’olio a sostituire il burro. E’ stato un modo per utilizzare il kamut al cioccolato che giaceva in dispensa da un pò,  simile al riso soffiato, molto croccante.  La farina di riso ha reso i biscotti leggeri e ancora più croccanti.

Con queste dosi si ottengono una ventina di biscotti di medie dimensioni.

Ingredienti: 150 g di farina di riso, 1 cucchiaino di lievito, 70 g di zucchero di canna, 1 uovo, 4 cucchiai di olio di semi di girasole bio, 60g di kamut soffiato, 50 g di cioccolato fondente,  30 g di buccia d’arancia candita, un pizzico di sale, un pò di latte

In una terrina mescolate la farina il lievito lo zucchero un pizzico di sale. Aggiungete un uovo, il cioccolato sminuzzato in piccoli pezzi con il coltello, il Kamut soffiato, i cubetti di arancia candita. Mescolate e aggiungete l’0lio e  qualche cucchiaio di latte in modo da ottenere una massa omogenea che risulterà appiccicosa alle mani.

Stendete la carta da forno su una teglia, disponete mucchietti di impasto distanziandoli uno dall’altro perchè in cottura si allargano. Con l’aiuto di cucchiaio e coltello appiattiteli dando  forma rotonda di 4 cm di diametro.

*Infornate nel forno già caldo a 170° per 10 minuti. Togliete i biscotti dal forno quando in superficie sono ancora morbidi, induriranno raffreddandosi

Fateli raffreddare su una griglia. Nelle scatole di latta si conservano parecchi giorni

*Nota per la cottura dei biscotti
Da  ricordare sempre che i tempi indicati per la temperatura del forno e la durata della cottura hanno solo un valore indicativo poiché ogni forno funziona in modo diverso. Trascorsi dieci minuti dall’inizio cottura controllate  i  biscotti per garantire una coloratura dorata ed una consistenza fragrante.

 

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