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Archive for febbraio 2011

L’assenza

 

L’inverno con le sue ombre lunghe sa essere crudele, a volte una scheggia di ghiaccio ci colpisce al cuore, dolorosamente. Febbraio sta finendo, il mese più breve  è stato molto lungo, freddo e buio.

Ora guardandomi intorno, vedo gemme cotonose avvolte dal sole, che svelano promesse di gioia e di  nuova vita …

 

 

 

VIVERE è, insieme accumulo e perdita. Incontrarsi e dirsi addio. Volti, nomi, storie, sentimenti, persone. Ci vengono incontro, ci affiancano, ci accompagnano per un tratto di strada; poi se ne vanno, prendono altre vie, altri sentieri; a volte si fermano, e rimangono lì e ci guardano allontanarci e diventare sempre più piccoli, sempre più distanti, mentre proseguiamo il cammino e spesso neppure ci voltiamo indietro, presi da mille pensieri, gli occhi e la mente intenti alla prossima meta. Ma ci lasciano, tutti, qualcosa. Un fardello piccolo o grande, prezioso sempre; ci lasciano il balsamo misterioso e dolcissimo dell’assenza.

L’assenza è una voce che non sentiremo più, eppure ci parlerà dal profondo del cuore nell’ora più buia, nel giorno più difficile. L’assenza è una mano che puoi stringere forte quando ogni altra mano ti sfuggirà e il coraggio parrà venirti meno. L’assenza è un ricordo che a chiunque – ma non a te – parrà banale, è una fotografia in bianco e nero, una frase che contiene un mondo, una cantilena imparata non sai più quando  e dove, un sorriso, un’amarezza seppelliti nella memoria. E’ una sera d’estate con le nuvole alte nel cielo, antichi re delle fiabe che partono per l’esilio; è una strada ripercorsa tante volte, è il Natale come lo aspettavamo da bambini, un giardino misterioso come la giungla nera, un pomeriggio giocato all’ombra di un cortile, mitologia quotidiana, lessico familiare, epopea domestica.

L’assenza è il tempo che ti pareva inesauribile e invece non c’è più, il tempo per tutto ciò che non hai saputo dire, che non hai potuto fare; è il rimorso per un bacio mai dato, per una lettera non spedita, per le parole inutili e i silenzi crudeli. E’ l’amore che ti porti dentro, è quello che resta quando tutto finisce. Il rendiconto ultimo, il significato del vivere.

                                                                         Gabriele Ferraris,    L’ASSENZA

 

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C’è  una pianta infestante che in queste giornate tiepide di febbraio  può rendere azzurro un prato. C’è la bellezza della semplicità negli occhi della madonna fiorellini minuscoli color del  cielo, 4 petali azzurri di cui uno più chiaro, quasi bianco. Ha foglie dentate e pelosette e il nome botanico è Veronica comune (Veronica persica), una tappezzante di spazi erbosi e incolti che predilige gli orti e fiorisce tutto l’anno, tanto che  nell’orto, a dicembre,  i piccoli fiori azzurri occhieggiavano nella neve. 

A saper guardare anche un terreno incolto ci riserva meraviglie!

 

  

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 Ho partecipato a un corso di cucina vegan per soddisfare una curiosità e conoscere  prodotti e alimenti naturali che non abbiano derivazione dal mondo animale e sul loro impiego nella preparazione dei cibi. La sezione dedicata ai dolci, neanche a dirlo, è stata quella preferita, le torte e le creme sono deliziose e leggere senza nulla invidiare a quelle tradizionali. E’ un diverso modo di cucinare  senza usare i classici ingrendienti che la pasticceria tradizionale ritiene indispensabili come uova, burro e latte. Lo zucchero integrale può essere sostituito da dolcificanti naturali come malto di cereali, succo d’agave o sciroppo d’acero, in alcune preparazioni l’uovo è sostituito da una banana schiacciata, oppure da fecola di patate o polvere di latte di soia e il latte è latte vegetale.

Ho preparato la panna cotta con latte e panna di soia, e agar- agar in alternativa alla gelatina alimentare o colla di pesce.

Lagar- agar è un’additivo alimentare ottenuto come mucillagine da alcune specie di alghe rosse originarie del Giappone, della Malesia e di Giava. Assolutamente naturale, gelificante vegetale semplice da usare, é una polvere bianca insapore che dona una consistenza soffice e cremosa. Ottima per preparazioni dolci e salate, per addensare budini, gelatine, crème caramel, marmellate e gelati. Da evitare in barrette e fiocchi,  meglio in polvere.

La dose è di 1 grammo di agar agar per 100 g di latte. Deve bollire almeno 10 minuti.

 

Per saperne di più leggete qui Dario Bressanini, Scienza in cucina

 

 

 

 

 

Dose per 5 stampini da budino monodose

Ingredienti:  g 250+50  per guarnire di panna di soia, 300 ml. di latte di soia, 40 g di zucchero integrale biologico, 2 g di agar-agar, 80 g di cioccolato fondente.

Mettete il latte di soia, lo zucchero e l’agar-agar in un pentolino posizionato su una pentola a bagnomaria.

Portate l’acqua a ebollizione e lasciate bollire 10-15 minuti mescolando di tanto in tanto.

In un’altro pentolino versate 250 g di  panna di soia e il cioccolato spezzettato. Mettete  il pentolino su una pentola a bagnomaria. In questo caso l’acqua non deve bollire ma solo scaldare. Tenete la fiamma al minimo.

Mescolate di tanto in tanto facendo fondere cioccolato e panna.

Unite il latte alla panna e mescolate bene. Versate subito in coppette o stampini, fate raffreddare e mettete in frigorifero alcune ore.

Sformate e guarnite con: *panna di soia sbattuta e semimontata, scaglie di mandorle o nocciole.

* la panna di soia è solitamente dolcificata quindi non necessita di zucchero.

Come ho detto prima la dose di agar agar è di 1 grammo ogni 100 g. di latte. In questo caso, per la presenza del cioccolato di per sè addensante, ho diminuito leggermente la dose.

 

 

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Ho ricevuto una rosa, ma una rosa sola in un  vaso sfiorisce in fretta e la sua essenza con lei.

In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti….

E’ così facile far seccare le rose per conservarle ancora a lungo con noi…  e godere ancora della loro bellezza.

 

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